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- La triade
- Il ruolo principale
- Le fatiche di un cammino condiviso
- L’evento con la E maiuscola
La triade
Non mi trova d’accordo la convinzione di alcuni secondo la quale l’adozione ha come protagonista una triade composta dai figli adottivi, i genitori adottivi e i genitori biologici, tutti con un ruolo alla pari.
Innanzitutto, ad oggi, l’adozione esclude automaticamente i genitori biologici: per legge viene rescisso ogni legame precedente dell’adottato, affettivo e biologico. L’adozione resta dunque un viaggio tra gli altri due componenti della triade, ma è un viaggio nel quale il biglietto da protagonista è riservato al figlio.
Leggi tutto: Chi è il vero protagonista dell’adozione?Il ruolo principale
Immagina questo percorso come una storia: il genitore ne scrive la trama nella misura in cui si mette a disposizione per accogliere e prendersi cura, ma è il figlio a viverla nel concreto.
Pensiamo all’adozione come a una rappresentazione teatrale: il genitore è un attore, ma non il protagonista. La presenza del genitore è rilevante, ma chi resta costantemente sul palco, con la luce dei riflettori addosso, è l’attore principale, il figlio.
Le fatiche di un cammino condiviso
Figli e genitori intraprendono insieme il cammino dell’adozione, un percorso intriso di emozioni profonde e occasioni di crescita, ma è la parte del figlio a comportare la sfida più impegnativa. È lui o lei a fronteggiare l’adozione nei dettagli intricati della vita quotidiana, a confrontarsi con le fatiche giornaliere e le contraddizioni di una società non ancora pronta a riconoscere appieno il valore di chi arriva con una storia diversa o una fisionomia differente.
Il figlio naviga attraverso le acque opache della sua identità e del senso di appartenenza in un mondo che può sembrargli estraneo, e degli eventuali legami ritrovati con i genitori biologici. È un percorso arduo, caratterizzato dai rovesci della curiosità e delle domande insensibili altrui, dagli stereotipi e pregiudizi. La società, talvolta, può mostrarsi refrattaria a comprendere appieno il vissuto della persona adottata, rendendo il viaggio particolarmente impegnativo.
Mentre i genitori possono fornire amore, supporto e un ambiente favorevole, è il figlio che si trova ad affrontare la realtà di essere adottato ogni giorno. Questa condizione comporta la definizione di se stessi e l’esplorazione di territori emotivi complessi.
In definitiva, l’esperienza dell’adozione è un viaggio condiviso, ma le sfide più intense e profonde spesso si presentano sul cammino del figlio, mettendo a dura prova la sua resilienza.
Perciò, pretendere di essere i protagonisti dell’adozione è come cercare di sottrarre il ruolo principale all’attore principale.
L’evento con la E maiuscola
In conclusione, i genitori svolgono un ruolo importante e, nel migliore dei casi, da comprimari nell’adozione, ma è il figlio il vero eroe di questa storia. Per i genitori, l’adozione rappresenta un evento di grande rilievo nella loro esistenza, ma per il figlio è l’Evento con la E maiuscola, che plasma profondamente la sua esperienza di vita.
L’adozione assume una dimensione cruciale proprio perché avviene durante l’infanzia del figlio, un periodo in cui la personalità si sta formando e il bambino è fragile. Non rappresenta semplicemente un capitolo della sua vita, ma piuttosto un elemento fondante che modella il suo temperamento e il modo in cui vede e interpreta il mondo. Incide profondamente sulla sua identità, caratterizzando la sua prospettiva e contribuendo a definire chi diventerà.
Per i genitori, l’adozione si colloca in un diverso punto della loro linea temporale: quando sono persone formate e adulti consapevoli. La loro partecipazione a questo evento è preziosa, ma la prospettiva e le risorse cambiano. Mentre per loro può essere uno degli episodi più significativi dell’esistenza, per il figlio è il primo capitolo che pone le basi della sua personalità e dal quale si sviluppa tutta la trama della sua esistenza.
Avvertenza: Le opinioni e i punti di vista espressi negli articoli presenti su questo sito riflettono esclusivamente il pensiero dell’autrice, Alessandra Pritie Maria Barzaghi. Tutti i contenuti sono pensati per offrire spunti di riflessione utili e interessanti, e momenti di approfondimento su tematiche adottive, e non hanno finalità di consulenza psicologica, medica o legale. La riproduzione dei materiali presenti in questo sito è consentita solo previa autorizzazione scritta dell’autrice.
È verissimo! Complimenti!
Grazie Latha per il tuo apprezzamento!